Il sonno della ragione genera mostri.
Il rapimento di Simona Torretta e Simona Pari, da chiunque sia stato compiuto, dimostra che il caos regna sovrano a Bagdad, che la guerra, oltre ad essere un male in sé, è fattore generatore di ulteriore violenza, di disordine e di terrore.
Ancora una volta, di fronte all’irrazionalità degli eventi che ci travolgono la risposta non può essere quella di accettare la logica del caos e farsi trascinare nella spirale della violenza, come fanno coloro che impugnano la spada della lotta al terrorismo, come un viatico per sottarsi al diritto o, addirittura, per attizzare scontri di civiltà.
Nel secolo scorso la Comunità internazionale, attraverso il diritto, si è data delle regole che, ancora adesso, sono imprescindibili per tenere sbarrata la porta dell’orrore.
Per questo è stata bandita la guerra, è stata affermata l’eguaglianza sovrana degli Stati, piccoli e grandi, è stata riconosciuta l’esistenza di diritti inviolabili dell’uomo, è stato affermato il principio che nessun conflitto, anche armato, legittima la violazione delle Convenzioni internazionali, attraverso le quali vengono salvaguardate le esigenze fondamentali di umanità.
Chi ha scatenato una guerra di aggressione contro l’Iraq e ha proseguito l’aggressione attraverso l’occupazione militare, ancora in atto, malgrado le finzioni, si è assunto una tremenda responsabilità ed ha aperto la strada ad un percorso di violenza e di orrore, che travolge tutto e tutti.
Non si possono combattere gli effetti senza considerare le cause che li generano: la guerra permanente, teorizzata dall’amministrazione Bush, produce terrorismo permanente ed alimenta barbarie di ogni tipo.
Esprimiamo la nostra condanna e la solidarietà totale ed immediata a Un Ponte per.. e alle due volontarie sequestrate per questo atto barbaro, reso ancora più grave per essere stato rivolto proprio contro chi cerca di rompere pacificamente la spirale guerra-terrorismo che si é innescata.
Anche per questo dobbiamo impegnarci tutti per ottenere la liberazione delle nostre sorelle operatrici di pace, sequestrate a Bagdad, con la consapevolezza che il primo passo da compiere per spezzare la spirale di violenza è quello di restaurare il diritto, che esige che la guerra cessi, compresa l’occupazione militare postbellica, che siano rispettate le Convenzioni internazionali, che nessuno venga torturato e che tutti gli ostaggi siano rilasciati, senza contropartite.
I giuristi democratici sono pronti ad operare concretamente in questa direzione.
Roma/Bologna/Torino/Napoli/Palermo, 8 settembre 2004
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI GIURISTI DEMOCRATICI