I Comitati Dossetti per la Costituzione condividono le ragioni dello sciopero generale convocato dalla CGIL per il 6 settembre e partecipano alla giornata di mobilitazione nazionale contro questa manovra che, più che puntare al riequilibrio dei conti pubblici, approfitta della crisi finanziaria per manomettere i caratteri originali democratici e sociali della Costituzione italiana e per cancellare, sul piano simbolico, l’identità della Repubblica.
E’ fondamentale che dalla manovra venga eliminata la disciplina contenuta nell’art. 8, sui contratti collettivi aziendali, che, nulla avendo a che vedere con il riequilibrio dei conti pubblici, mira a smantellare l’edificio del diritto del lavoro, affidando a soggetti privati il compito di dettarne le regole, in deroga alla Costituzione ed alle leggi dello Stato, abrogando – in via di fatto -la tutela pubblica contro il licenziamento illegittimo, anche in violazione dell’art. 30 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Non a caso è collegata alla manovra la proposta di manomissione dell’art. 41 della Costituzione, norma di importanza fondamentale che sancisce che l’iniziativa economica privata è libera, ma:” non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo di arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. L’art.41 sviluppa una concezione dell’attività economica che equilibra la logica del mercato e della proprietà con le funzioni sociali, garantite e promosse dall’intervento pubblico e si fonda sulla consapevolezza dell’importanza che l’assetto ed i rapporti economici hanno ai fini della realizzazione di una società di esseri umani liberi ed uguali.
La disciplina dettata dall’art. 8 e la proposta di manomissione dell’art. 41 della Costituzione prefigurano un inaccettabile imbarbarimento dei rapporti economico-sociali e svelano un disegno golpista e anticostituzionale che punta a demolire l’edificio dei diritti dell’uomo.
La proposta di modifica delle nome dettate dall’art. 81 della Costituzione in materia di bilancio come strumento per reagire al disastro dei conti pubblici, è mistificatoria ed ingannevole perché attribuisce alla Costituzione il fallimento economico determinato, invece, da una politica dissennata di dissipazione del bene pubblico dell’Erario (condoni e regali agli evasori, scudi fiscali, etc.) condotta da un ceto politico infedele all’obbligo costituzionale di esercitare le funzioni pubbliche con disciplina ed onore.
Infine la declassazione delle festività civili del 25 aprile (festa della Liberazione), del primo maggio (festa del lavoro) e del 2 giugno (festa della Repubblica) mira a umiliare, anche sul piano simbolico, il valore della Costituzione, nata dalla Resistenza, nella quale all’art. 1 si delinea il volto dell’Italia come quello di una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Tutto questo viene poi deciso da due proconsoli (Berlusconi e Bossi), con un metodo che sovverte i meccanismi decisionali propri della democrazia, al punto da prefigurare un mutamento dello stesso sistema politico.
Anche questa volta, come nell’occasione del tentativo di modifica dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori e del referendum del 2006, si è aperto uno scontro politico che ha per oggetto la Costituzione. Ancora una volta la mobilitazione della CGIL e di tutte le persone di buona volontà è di importanza fondamentale per preservare e consegnare alle generazioni future i valori della Costituzione, patrimonio indisponibile del popolo italiano. I Comitati Dossetti vi partecipano ed invitano alla mobilitazione tutti i cittadini italiani.
Roma Bologna, 1/9/2011.
Il Presidente (Raniero La Valle)