Appello al popolo sovrano del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Le modifiche della Costituzione e della legge elettorale in atto attribuiscono di fatto ad un unico partito – che potrebbe anche essere rappresentativo di una ristretta minoranza di elettori – potere esecutivo e potere legislativo. Si tratta di uno stravolgimento dei canoni della democrazia costituzionale. Governare è attività diversa dal fare le leggi. Se è vero che spetta al Governo sollecitare e indirizzare il processo legislativo, ciò deve avvenire attraverso il confronto con un Parlamento autorevole, unico luogo direttamente rappresentativo del popolo italiano. L’attività legislativa, nel nostro impianto costituzionale, deve avvenire nel luogo della rappresentanza di tutto l’elettorato. Se le leggi si decidono fuori dal Parlamento, questo significa che si discutono dove non vi è nessuna voce delle minoranze e delle opposizioni. Ciò forse rende più veloce il processo, ma non certo migliori le leggi. La legge dovrebbe durare oltre lo spazio di una legislatura e dovrebbe comporre e tenere presenti gli interessi di tutti. Soltanto attraverso un attento confronto tra le diverse parti sociali e politiche, nella sede naturale del Parlamento, la legge – meglio ponderata – diviene espressione della sovranità popolare. Questo Parlamento, eletto con una legge giudicata largamente incostituzionale dalla Consulta, non dovrebbe procedere, senza il coinvolgimento dei cittadini, a modifiche della Costituzione, tanto più in quanto aggravate dalla riforma elettorale. Nell’attuale congiuntura politica, l’ascolto delle istanze altrui viene vissuto come fastidio e perdita di tempo. Ciò può portare ad una crisi della democrazia, che nasce proprio dal riconoscimento del diritto di tutti ad essere rappresentati nei luoghi dove vengono assunte le decisioni. Una democrazia non si giudica dai poteri che attribuisce al partito di governo, ma dalla tutela del pluralismo e dalla rilevanza data ai diritti sociali ed alla voce delle minoranze. Salvaguardare la democrazia oggi, è garantire la propria voce domani. Si pensi ad un’estemporanea vittoria elettorale di partiti autoritari. Abbiamo già vissuto anni difficili sotto il berlusconismo, per questo è veramente irresponsabile attribuire al prossimo governo poteri quasi illimitati.

Invitiamo, quindi, tutti coloro che hanno a cuore il bene prezioso della democrazia costituzionale, nata dalla Resistenza, e tramandataci dai Costituenti, a far sentire la propria voce, e ad unirsi, anche superando le contingenti differenze ed i tatticismi, come deve avvenire nei momenti cruciali della vita della Repubblica.

A questo fine proponiamo che in ogni regione, in ogni città ed in ogni quartiere, si creino comitati unitari di cittadini attivi che organizzino attività di informazione e di divulgazione, coinvolgendo anche la scuola della Repubblica, per rendere consapevole l’opinione pubblica della gravità dei processi in corso ed attivare una effettiva partecipazione popolare ai processi decisionali.

Proponiamo una settimana di mobilitazione, in coincidenza con la celebrazione del 25 aprile, previa intesa con le associazioni partigiane, chiedendo alle associazioni, alle strutture politiche e sindacali, ai corpi intermedi, di aderire al Coordinamento per la democrazia costituzionale, di promuovere iniziative territoriali, e di contribuire a diffondere un manifesto/documento comune su tutto il territorio nazionale.

Autore: Domenico Gallo

Nato ad Avellino l'1/1/1952, nel giugno del 1974 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all'Università di Napoli. Entrato in magistratura nel 1977, ha prestato servizio presso la Pretura di Milano, il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, la Pretura di Pescia e quella di Pistoia. Eletto Senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell'arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare, del conflitto nella ex Jugoslavia. Al termine della legislatura, nel 1996 è rientrato in magistratura, assumendo le funzioni di magistrato civile presso il Tribunale di Roma. Dal 2007 al dicembre 2021 è stato in servizio presso la Corte di Cassazione con funzioni di Consigliere e poi di Presidente di Sezione. E’ stato attivo nel Comitato per il No alla riforma costituzionale Boschi/Renzi. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore o coautore di alcuni libri, fra i quali Millenovecentonovantacinque – Cronache da Palazzo Madama ed oltre (Edizioni Associate, 1999), Salviamo la Costituzione (Chimienti, 2006), La dittatura della maggioranza (Chimienti, 2008), Da Sudditi a cittadini – il percorso della democrazia (Edizioni Gruppo Abele, 2013), 26 Madonne nere (Edizioni Delta Tre, 2019), il Mondo che verrà (edizioni Delta Tre, 2022)

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