Dichiarazione del costituzionalista Massimo Villone, a nome della Presidenza del Comitato per la democrazia costituzionale sulla condanna di Mimmo Lucano
Dichiarazione del costituzionalista Massimo Villone, a nome della Presidenza
del Comitato per la democrazia costituzionale
La condanna ad oltre tredici anni di carcere inflitta dal Tribunale di Locri all’ex sindaco di Riace Domenico Lucano rappresenta una pagina nera nella storia della Repubblica.
Con questa condanna, che inasprisce persino le richieste del Pubblico Ministero, viene criminalizzata un’esperienza di solidarietà umana, di accoglienza, di integrazione culturale che ha costituito un esempio ed un modello apprezzato in tutto il mondo.
Il Tribunale ha obiettivamente trasformato eventuali irregolarità amministrative e contabili in una condotta criminale e lucrativa, quando è a tutti evidente la finalizzazione a favore degli ultimi di ogni attività del sindaco Lucano e la finalità altruistica del suo agire.
In questo modo, attraverso un percorso tortuoso è stato introdotto nell’ordinamento un inconcepibile reato di solidarietà. La solidarietà è uno dei fondamenti della Repubblica e non può essere criminalizzata, tantomeno dai giudici che sono i guardiani della Costituzione.
Esprimiamo la nostra più sincera solidarietà umana e politica a Domenico Lucano, confidando che la macchina giudiziaria saprà correggere i suoi errori.
Roma, 30 settembre 2021
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Autore: Domenico Gallo
Nato ad Avellino l'1/1/1952, nel giugno del 1974 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all'Università di Napoli. Entrato in magistratura nel 1977, ha prestato servizio presso la Pretura di Milano, il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, la Pretura di Pescia e quella di Pistoia.
Eletto Senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell'arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare, del conflitto nella ex Jugoslavia. Al termine della legislatura, nel 1996 è rientrato in magistratura, assumendo le funzioni di magistrato civile presso il Tribunale di Roma. Dal 2007 al dicembre 2021 è stato in servizio presso la Corte di Cassazione con funzioni di Consigliere e poi di Presidente di Sezione.
E’ stato attivo nel Comitato per il No alla riforma costituzionale Boschi/Renzi. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore o coautore di alcuni libri, fra i quali
Millenovecentonovantacinque – Cronache da Palazzo Madama ed oltre (Edizioni Associate, 1999), Salviamo la Costituzione (Chimienti, 2006), La dittatura della maggioranza (Chimienti, 2008), Da Sudditi a cittadini – il percorso della democrazia (Edizioni Gruppo Abele, 2013), 26 Madonne nere (Edizioni Delta Tre, 2019), il Mondo che verrà (edizioni Delta Tre, 2022)
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Il percorso seguito da Lucano è limpido ed al tempo stesso rivoluzionario come la verità, che non è mai facile accettare. Difendere i deboli,ridare dignità a chi l’ha persa sono attività che infastidiscono e molto,questa sentenza dimostra quanto.
Confido in una giustizia giusta
Quando anche le pubbliche istituzioni agiscono contro esempi umani di solidarietà, giustizia sociale, umanità in maniera faziosa, capziosa, indecente, mi chiedo se basta: imprecare, dire belle frasi, organizzare sit in, pubblicare post e quant’altro!!! No, la reazione deve essere più incisiva!!! La nostra natura nonviolenta ci impedisce di fare azioni terroristiche allora dovremo ricorrere a modi persuasivi eticamente conformi alla nostra natura, che impediscano ai destrolesi di nuocerci, di nuocere a Mimmo Lucano che in questo momento storico, rappresenta la più alta vetta umana dei valori umanitari. Non solo dobbiamo difenderlo ma dobbiamo colpire senza tregua, i suoi detrattori perché la storia non si ripeta!! Il “caso” Lucano diventi un boomerang verso chi ha pensato di usare il tribunale per calunniare lui e tutti noi, per vincere le elezioni, per sminuire i miasmi che provengono da loro, dalla loro dottrina da interdetti, dalle loro malefatte, etc.. Mimmo resisti, non piegarti mai!! Noi siamo tutti Mimmo Lucano!!!
Intervenire in questa fase, significa esprimere un commento più rivolto al valore dell’umanità che invece propriamente di diritto. Le responsabilità vanno esaminate, discusse e decise secondo legge. È opportuno attendere i motivi.