Autonomia differenziata: se la conosci la eviti

Per contrastare il progetto dell’Autonomia differenziata è necessario riconsiderare in maniera critica la riforma del titolo V della Costituzione per rimediare agli errori commessi. A tal fine, il Coordinamento per la democrazia costituzionale ha presentato una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, recante una modifica degli art. 116.3 e 117 che cancella la natura pattizia della procedura, rendendola reversibile, e restituisce allo Stato materie strategiche per il sistema paese, come l’istruzione, il lavoro, la previdenza, la salute, l’energia.

Il treno che porterà alla realizzazione dell’insano progetto dell’autonomia differenziata è già partito.
Lo ha messo sui binari il Ministro Calderoli che ha trasmesso ufficialmente a Palazzo Chigi il testo della sua proposta di “legge di attuazione” sulla formazione delle intese di cui all’art. 116.3 Cost. per l’attribuzione di una maggiore autonomia a regioni che la richiedano, con l’intenzione di farlo approvare entro la fine del mese di gennaio.
La possibilità di concedere alle Regioni non a statuto speciale “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia “la c.d.… leggi tutto

Iran: donna, vita, libertà

Iran: la dimensione popolare e diffusa delle proteste dimostra che è in atto una maturazione della società civile iraniana che non può essere più contenuta dalla struttura autoritaria e disumana del potere teocratico. C’è un intero popolo che lotta per la libertà e per il riscatto della dignità umana.

“Jin, jiyan, azadî” (donna, vita, libertà) è lo slogan che guida la straordinaria mobilitazione di protesta che sta attraversando tutta la società iraniana, a partire dal moto di indignazione scatenato dal femminicidio della donna curda Jîna Amini da parte delle guardie del regime di Teheran il 16 settembre. La mobilitazione guidata dalle donne si è estesa a macchia d’olio dalle città alle campagne, dalle università alle fabbriche, fino a culminare con la proclamazione di tre giorni di sciopero generale dal 5 al 7 dicembre, con una partecipazione che in alcune zone ha sfiorato il 100%.… leggi tutto

Il sogno e l’incubo

Negli anni di Gorbacev, l’epoca dei muri, del confronto brutale fondato sulla forza, della corsa agli armamenti, dell’equilibrio del terrore franò sotto i nostri occhi come per effetto di un terremoto della storia. Al suo posto balenò per un brevissimo periodo la speranza di una nuova epoca

1. La coesistenza pacifica deve diventare una norma universale dei rapporti internazionali: nell’era nucleare è indispensabile ristrutturare le relazioni internazionali, affinché il confronto sia soppiantato dalla cooperazione e le situazioni di conflitto siano risolte con mezzi politici pacifici e senza ricorrere alle armi.

2. La vita umana dev’essere considerata il valore supremo:
3. La nonviolenza dev’essere alla base della vita della comunità umana:
la filosofia e la politica fondate sulla violenza e sull’intimidazione, sulla disuguaglianza e sull’oppressione, sulla discriminazione di razza, di fede religiosa o di colore della pelle sono immorali e inammissibili.… leggi tutto

Fine guerra: mai!

Se volessimo realizzare una scheda sulle conclusioni del G7 di Elmau, dovremmo intitolarla: fine guerra mai.  Tuttavia, osserva Henri Kissinger “non si può semplicemente continuare a combattere senza un obiettivo».

Nelle schede che il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) compila per ogni detenuto è obbligatoriamente indicata la data in cui deve cessare la carcerazione. Se il detenuto è stato condannato all’ergastolo sulla scheda è indicato: fine pena mai.

Se volessimo realizzare una scheda sulle conclusioni del G7 di Elmau, dovremmo intitolarla: fine guerra mai. Del resto questa è l’unica interpretazione possibile del documento G7 Statement on Support for Ukraine. In questo documento, infatti, non è indicata nessuna prospettiva che possa portare alla cessazione delle ostilità.… leggi tutto

Referendum Lega-Radicali: un flop memorabile!

La realtà che emerge dalle urne del 12 giugno, con l’affluenza che si è fermata al 20%, dimostra, ancora una volta, che il popolo italiano si ribella all’uso strumentale del referendum. Questo non è il tramonto dell’istituto del referendum ma è la sconfitta di una politica che, nel tempo e ripetutamente, ha cercato di impugnare a contrario lo strumento della democrazia diretta

Ogni volta che il corpo elettorale viene chiamato alle urne, il risultato – che piaccia o meno – è un bagno nella realtà. La realtà che emerge dalle urne del 12 giugno, con l’affluenza che si è fermata al 20%, dimostra, ancora una volta, che il popolo italiano si ribella all’uso strumentale del referendum. Questo non è il tramonto dell’istituto del referendum ma è la sconfitta di una politica che, nel tempo e ripetutamente, ha cercato di impugnare a contrario lo strumento della democrazia diretta: non per far emergere domande politiche e bisogni diffusi nella società, ma per tutelare interessi di ristrette oligarchie, svincolandoli dai pesi e dalle procedure della democrazia rappresentativa.… leggi tutto

Referendum:considerazioni conclusive

La campagna per l’approvazione dei referendum è rimasta prigioniera dei suoi stessi miti, a cominciare da quello che, attraverso questa trama di quesiti, si attuerebbe una riforma della giustizia rendendola più giusta. Peccato che non sia stata fornita nessuna spiegazione logica

Ormai siamo arrivati alle ultime battute della campagna elettorale referendaria ed è giunto il momento di tirare le fila del dibattito che si è svolto nel nostro paese. Un dibattito caratterizzato da un’impressionante fuga dai contenuti di merito dei singoli quesiti. La campagna per l’approvazione dei referendum è rimasta prigioniera dei suoi stessi miti, a cominciare da quello che, attraverso questa trama di quesiti, si attuerebbe una riforma della giustizia (in realtà della giurisdizione penale) rendendola più giusta. Peccato che non sia stata fornita nessuna spiegazione logica dell’effetto “salvifico” derivante dall’approvazione dei singoli quesiti.… leggi tutto

Piano di pace cercasi

Abbiamo superato il novantesimo giorno di guerra senza che si intravedano soluzioni. L’Italia ha finalmente emesso un vagito presentando la bozza di un piano di pace che, timidamente, affronta le controversie sul tappeto. Le reazioni di tutte le parti sono state negative. Ma non c’è alternativa. Occorre rilanciare, sollecitando Francia e Germania a ripresentare un piano di pace comune. Subito.

Abbiamo superato il novantesimo giorno di guerra e, per dirla con Guccini: ancora tuona il cannone / ancora non è contenta/ di sangue la bestia umana.

Sono 46 i paesi che hanno partecipato qualche giorno fa al vertice on line organizzato dal Segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, per allargare e rafforzare la Santa Alleanza creata a Ramstein il 24 aprile con la missione fornire una valanga di armamenti che consentano all’Ucraina di proseguire la guerra per mesi o per anni, fino a conseguire la vittoria.… leggi tutto

FERMATEVI: LA GUERRA E’ UNA FOLLIA

La marcia straordinaria per la Pace Perugia Assisi ntroduce un linguaggio nuovo che postula una riconversione della politica e l’abbandono delle categorie che hanno costruito il conflitto e insediato l’inimicizia fra i popoli.

Siamo arrivati al sessantesimo giorno di guerra. La guerra non si è fermata un istante, neppure dopo che il segretario generale Antonio Guterres aveva chiesto quattro giorni di tregua in occasione della Pasqua ortodossa. Anzi la violenza bellica è salita di tono. E’ partita una massiccia offensiva della Russia nel Donbass contrastata da un’esercito sempre più agguerrito per il flusso di rifornimenti ed armi pesanti ricevuto dalla NATO. Avanza la strage di vite innocenti, le città si trasformano in cimiteri mentre sullo sfondo rimane sempre la minaccia della guerra mondiale e la catastrofe atomica.… leggi tutto

La giornata della memoria…perduta!

Mentre l’UNICEF ci informa che 4,8 milioni di bambini ucraini sono stati costretti a lasciare le loro case, in Italia viene istituita la giornata della memoria per celebrare l’avventura del corpo di spedizione italiano in Russia al seguito della Germania nazista

Questa settimana l’UNICEF ci informa che dall’inizio della guerra quasi due terzi dei bambini ucraini (4,8 milioni su 7,5 milioni) sono stati sfollati: “Sono stati costretti a lasciarsi tutto alle spalle: le loro case, le loro scuole e spesso i loro familiari. I bambini non accompagnati sono esposti a maggiori rischi di violenza, abuso, sfruttamento e tratta. Anche le donne affrontano rischi di questo tipo”, Scrive Manuel Fontaine, Direttore Programmi dell’Unicef. Sempre i numeri dicono che da quando Putin ha dato avvio all’invasione dell’Ucraina, almeno 186 bambini sono stati uccisi dalle truppe russe e 344 feriti.… leggi tutto

Raddoppio spese militari: si può dire no!

La decisione dell’Italia di incrementare le spese militari fino a portarle al 2% del PIL (passando da 25 a 38 miliardi annui) non è un destino o un vincolo imposto da trattati internazionali. È una scelta. Coerente con l’atteggiamento di tutti i governi che si sono susseguiti in epoca repubblicana, abituati, in sede di Consiglio atlantico, a dire sempre e soltanto sì, anzi signorsì!

«Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!».

I versi del canto VI del Purgatorio di Dante Alighieri sono il commento più adeguato alla decisione di incrementare ulteriormente le spese militari fino a portarle al 2% del PIL (3,5% del bilancio dello Stato), preannunciata dal presidente del consiglio Draghi il 1° marzo e approvata dalla Camera con un ordine del giorno votato a stragrande maggioranza. Non è un impegno da poco, si tratta di passare dai circa 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno).… leggi tutto

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