“Vincere”: il conto arriva alla fine

a Ramstein, il 26 aprile, è partita la fase due della guerra che si pone l’obiettivo di porre le forze armate ucraine, in grado di pervenire alla sconfitta della Russia, sia pure a prezzo di un conflitto destinato a durare mesi, se non anni. Ma la Storia insegna che i conti spesso non tornano

La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: vincere! E vinceremo!, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo”.

Così Mussolini il 10 giugno del 1940. Anche allora la guerra trovava giustificazione nella promessa della pace. In effetti l’Europa, dopo quella guerra, ha goduto di un lungo periodo di pace che è durato (messa fra parentesi la guerra della NATO nei Balcani) dal 9 maggio 1945 al 24 febbraio 2022.… leggi tutto

La svolta di Ramstein

Dopo 34 anni dal disastro dell’Airshow Flugtag ’88, la maledizione di Ramstein ha colpito di nuovo, ma questa volta le conseguenze sono imprevedibili ed enormemente più gravi.

Una maledizione grava sulla base NATO di Ramstein in Germania. Da quando il 28 agosto 1988 durante l’Airshow Flugtag ’88, nel corso di un’esibizione della pattuglia acrobatica italiana si verificò una collisione fra i tre Aermacchi MB 339 delle frecce tricolori, uno dei quali cadde sulla folla causando 67 vittime e 346 feriti tra gli spettatori. Morirono anche i tre piloti, uno dei quali, il tenente colonnello Ivo Nutarelli, era un testimone chiave della strage di Ustica perché  la sera del 27 giugno 1980 si trovava in volo sul Tirreno meridionale ed aveva assistito alla battaglia aerea che aveva portato all’abbattimento del DC9 in volo da Bologna a Palermo.… leggi tutto

25 aprile: la Resistenza insegna la lotta per la pace

il 25 aprile è stata una grande occasione collettiva non solo per fare memoria ma anche per interrogare quella memoria, renderla attuale, leggerla alla luce dei drammi che angosciano il nostro tempo per cercare delle risposte.

Anche quest’anno abbiamo celebrato il 25 aprile, ricorrenza della insurrezione nazionale e della vittoria della Resistenza italiana contro il nazifascismo, ma non è stata una festa che ha unito tutti gli italiani sotto il segno della liberazione. Al di fuori di ogni retorica celebrativa, gli echi sordi della guerra che sconvolge l’Europa orientale hanno oscurato il cielo del 25 aprile e hanno pesato nelle cerimonie e nelle manifestazioni, percorse da sentimenti contrastanti. E’ stata una grande occasione collettiva non solo per fare memoria ma anche per interrogare quella memoria, renderla attuale, leggerla alla luce dei drammi che angosciano il nostro tempo per cercare delle risposte.… leggi tutto

FERMATEVI: LA GUERRA E’ UNA FOLLIA

La marcia straordinaria per la Pace Perugia Assisi ntroduce un linguaggio nuovo che postula una riconversione della politica e l’abbandono delle categorie che hanno costruito il conflitto e insediato l’inimicizia fra i popoli.

Siamo arrivati al sessantesimo giorno di guerra. La guerra non si è fermata un istante, neppure dopo che il segretario generale Antonio Guterres aveva chiesto quattro giorni di tregua in occasione della Pasqua ortodossa. Anzi la violenza bellica è salita di tono. E’ partita una massiccia offensiva della Russia nel Donbass contrastata da un’esercito sempre più agguerrito per il flusso di rifornimenti ed armi pesanti ricevuto dalla NATO. Avanza la strage di vite innocenti, le città si trasformano in cimiteri mentre sullo sfondo rimane sempre la minaccia della guerra mondiale e la catastrofe atomica.… leggi tutto

La giornata della memoria…perduta!

Mentre l’UNICEF ci informa che 4,8 milioni di bambini ucraini sono stati costretti a lasciare le loro case, in Italia viene istituita la giornata della memoria per celebrare l’avventura del corpo di spedizione italiano in Russia al seguito della Germania nazista

Questa settimana l’UNICEF ci informa che dall’inizio della guerra quasi due terzi dei bambini ucraini (4,8 milioni su 7,5 milioni) sono stati sfollati: “Sono stati costretti a lasciarsi tutto alle spalle: le loro case, le loro scuole e spesso i loro familiari. I bambini non accompagnati sono esposti a maggiori rischi di violenza, abuso, sfruttamento e tratta. Anche le donne affrontano rischi di questo tipo”, Scrive Manuel Fontaine, Direttore Programmi dell’Unicef. Sempre i numeri dicono che da quando Putin ha dato avvio all’invasione dell’Ucraina, almeno 186 bambini sono stati uccisi dalle truppe russe e 344 feriti.… leggi tutto

Agli orrori della guerra non si risponde con la guerra

Di fronte ai massacri scoperti in questi giorni l’intervento di una giurisdizione internazionale è indispensabile per evitare che la reazione a questi orrori alimenti vendette o punizioni collettive. Ai crimini di guerra non si risponde con la guerra

“La guerra è un assassinio di massa, la più grande disgrazia della nostra cultura; […] garantire la pace mondiale dev’essere il nostro principale obiettivo politico, un obiettivo molto più importante della scelta tra democrazia e dittatura, o tra capitalismo e socialismo”.

Così si esprimeva Hans Kelsen nella prefazione al suo libro Peace Through Law, scritto nel 1944.

Le immagini e le notizie che ci giungono da Bucha, da Borodyanka, da Irpin, al di là dell’orrore, ci confermano ancora una volta la verità di questo assioma.… leggi tutto

Raddoppio spese militari: si può dire no!

La decisione dell’Italia di incrementare le spese militari fino a portarle al 2% del PIL (passando da 25 a 38 miliardi annui) non è un destino o un vincolo imposto da trattati internazionali. È una scelta. Coerente con l’atteggiamento di tutti i governi che si sono susseguiti in epoca repubblicana, abituati, in sede di Consiglio atlantico, a dire sempre e soltanto sì, anzi signorsì!

«Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!».

I versi del canto VI del Purgatorio di Dante Alighieri sono il commento più adeguato alla decisione di incrementare ulteriormente le spese militari fino a portarle al 2% del PIL (3,5% del bilancio dello Stato), preannunciata dal presidente del consiglio Draghi il 1° marzo e approvata dalla Camera con un ordine del giorno votato a stragrande maggioranza. Non è un impegno da poco, si tratta di passare dai circa 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno).… leggi tutto

Se la guerra annulla l’Europa

L’Europa ha bisogno che si ponga fine alla guerra in Ucraina. Gli Stati Uniti hanno interesse a che la guerra continui per isolare la Russia e mantenere l’Europa nella loro sfera d’influenza. La presenza di Biden al Consiglio europeo del 24-25 marzo è un segnale univoco della rinuncia dell’Europa, sempre più schiacciata sulla NATO, ad assumere una soggettività politica autonoma.

Siamo arrivati al trentesimo giorno di guerra. Ogni giorno che passa crescono la violenza, la disumanità, il dolore. Il conflitto si avvita su se stesso e semina giacimenti di odio che in futuro sarà molto difficile prosciugare. Adesso è sotto assedio anche una città splendida come Odessa che, in passato, ha avuto un rapporto strettissimo con l’Italia. Basti pensare che nel secolo diciannovesimo l’italiano era la seconda lingua ufficiale: non a caso la più famosa canzone napoletana di tutti i tempi, “O’ sole mio”, venne scritta da Eduardo di Capua nel 1898 proprio a Odessa.… leggi tutto

Rifiutare l’arte della guerra

Ormai siamo arrivati al ventitreesimo giorno di guerra e le indiscrezioni su un possibile accordo sono contraddette da dichiarazioni bellicose e dal fragore sordo delle bombe.

Forgeranno le loro spade in vomeri,/ le loro lance in falci;/ un popolo non alzerà più la spada/ contro un altro popolo/ non si eserciteranno più nell’arte della guerra.(Is. 2,1-5)

Dobbiamo aggrapparci alla profezia di Isaia per non abbandonare la speranza nell’avvento di quel tempo messianico in cui i popoli non si eserciteranno più nell’arte della guerra. Però non possiamo attendere fino alla fine dei giorni, abbiamo bisogno della pace subito.

Ormai siamo arrivati al ventitreesimo giorno di guerra e le indiscrezioni su un possibile accordo sono contraddette da dichiarazioni bellicose e dal fragore sordo delle bombe.… leggi tutto

Guardare al futuro per fermare il massacro

Non dobbiamo stancarci di chiedere il cessate il fuoco, però è evidente che non si potrà mai ristabilire la pace se non si pone mano alla soluzione dei nodi politici che hanno innescato la guerra. Ci vuole una visione del futuro.

Scenari. Il conflitto ucraino assume ora la veste di un scontro diretto Russia-Nato per interposta Ucraina come dimostra l’attacco contro la base militare di Yavoriv, a 25 km dal confine polacco

Siamo arrivati al ventesimo giorno di guerra d’aggressione all’Ucraina e ancora non sappiamo se e quando arriverà il cessate il fuoco. Quello che sappiamo è che ogni giorno, ogni ora di guerra semina fiumi di sangue e di lacrime, provoca morte, distruzioni e miseria. Col passare del tempo il conflitto diventa più feroce e rischia di espandersi.… leggi tutto

Facebook