Il mandato d’arresto per Netanyahu scoperchia l’ipocrisia dell’Occidente

Le reazioni di rigetto (esplicito e implicito) al mandato d’arresto contro Benjamin Netanyahu evidenziano le contraddizioni e l’ipocrisia dell’Occidente. Per i Governi degli Stati Uniti e dell’Europa, quel che vale per Putin non vale per Netanyahu. Eppure i princìpi e le regole del diritto internazionale dei diritti umani hanno senso solo se universali, altrimenti è razzismo.

Il 21 novembre, quando la Pre-Trial Chamber della Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro Benjamin Netanyahu e il suo ex Ministro della Difesa Yoav Gallant, la notizia, anche se attesa da tempo, è esplosa come una bomba nelle Cancellerie dei paesi occidentali, compreso il nostro, suscitando scandalo, rabbia, indignazione, smarrimento. Ciò perché questa notizia rappresenta una contraddizione insanabile con la narrazione di un gruppo di nazioni democratiche, strette intorno al Paese guida dell’Occidente, impegnate, anche su piano militare, nella lotta per un “mondo fondato sulle regole”.… leggi tutto

I giudici, il potere, la nostalgia del fascismo

L’insofferenza della destra per le regole si traduce in sistematica aggressione dei giudici: che siano autori di di decisioni sgradite o che abbiano espresso critiche al Governo.

«Elon Musk ha ragione, toghe rosse andatevene». È il testo di uno striscione esposto nella notte tra il 19 e il 20 novembre di fronte ai tribunali di Firenze, Prato, Lucca e Pistoia. Sono note le reazioni furiose seguite ai provvedimenti della magistratura che non hanno convalidato il ricorso alla procedura accelerata di frontiera adottata nei confronti di alcuni richiedenti asilo, provenienti da paesi strumentalmente dichiarati sicuri, facendo naufragare nel ridicolo il cosiddetto modello Albania, di cui questo Governo ha menato gran vanto. … leggi tutto

Se il modello Albania inciampa nel paese sicuro

La campagna d’Albania del Governo italiano vantata come un modello da proporre in Europa, ha subito una prima clamorosa disfatta per effetto dei provvedimenti dei giudici

La campagna d’Albania del Governo italiano che introduce una sorta di gestione esternalizzata dei flussi migratori, vantata come un modello da proporre in Europa, ha subito una prima clamorosa disfatta per effetto dei decreti emessi dal Tribunale di Roma il 18 ottobre che hanno negato la convalida del trattenimento dei primi migranti trasportati in Albania, determinandone il ritorno in Italia . Di fronte ad uno smacco così grave, c’è stata una reazione scomposta con insulti ai giudici di ministri, politici e media e minacce di reazioni istituzionali per mettere a posto i giudici. … leggi tutto

Non tutto può essere permesso a Zelensky

La narrazione della guerra in corso come un episodio della lotta delle “democrazie” contro le “autocrazie”, che vede l’eroica Ucraina combattere contro il gigante Russo per difendere il “mondo libero” dai progetti imperiali di Putin, qualche volta inciampa in fatti che squarciano il velo di menzogne che nutre questa favola.

La narrazione mainstream della guerra in corso come un episodio della lotta delle “democrazie” contro le “autocrazie”, che vede l’eroica Ucraina combattere contro il gigante Russo per difendere il “mondo libero” dai progetti imperiali di Putin, qualche volta inciampa in fatti che squarciano il velo di menzogne che nutre questa favola.

I fatti ci dicono che il Parlamento ucraino ha approvato in seconda lettura e in via definitiva (20 agosto) la legge che sopprime la Chiesa ortodossa di Onufrio, quella non autocefala, canonicamente legata al Patriarcato di Mosca. … leggi tutto

Il G7 in Puglia scatena la corsa al riarmo

Molto di più che nel 2001, oggi è necessaria una contestazione pubblica, pacifica e non violenta che faccia emergere l’inaccettabilità delle scelte del G7 e l’urgenza di un cambiamento di rotta.

Ogni anno nei mesi di maggio/giugno/luglio si ripete lo stanco rito del G7, il summit che riunisce i leader di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti d’America, al quale partecipano come invitati permanenti anche il Presidente del Consiglio europeo e il/la Presidente della Commissione europea. È un rito durante il quale non si decide niente di concreto, si prendono impegni generici che non saranno mai portati a termine su questioni globali di economia, sviluppo sostenibile, sottosviluppo, ambiente etc.… leggi tutto

Il ritorno della schiavitù

il Parlamento britannico ha chiuso il ciclo storico iniziato con l’abolizione della tratta degli schiavi, approvando il Safety Rwanda Bill con il quale viene disposta la deportazione in Rwanda degli immigrati sbarcati irregolarmente sulle coste inglesi.

Gli atti di genocidio che si susseguono senza soluzione di continuità a Gaza e il massacro infinito sul fronte russo ucraino (dove è passata sotto silenzio la notizia che le perdite ucraine ammontano a 500.000 uomini), più che provocare indignazione o ripudio, stanno creando assuefazione e rientrano nella normalità degli eventi che l’informazione ci propina ogni giorno mescolandoli alle cronache più banali. Ma la corsa alla disumanizzazione nelle relazioni internazionali non si arresta agli eventi estremi del genocidio e della guerra.… leggi tutto

Il Cessate il fuoco non è un optional: è un obbligo!

il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una Risoluzione (n.2728) che chiede un immediato cessate il fuoco “per la durata del mese di Ramadan, che porti a un cessate il fuoco duraturo e sostenibile”. Le autorità israeliane devono fermare immediatamente la loro brutale campagna di bombardamenti su Gaza e facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari

Il 25 marzo dopo 170 giorni, durante i quali Israele ha messo a ferro e a fuoco la Striscia di Gaza provocando sofferenze inenarrabili alla sua sfortunata popolazione, finalmente il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una Risoluzione (n.2728) che chiede un immediato cessate il fuoco “per la durata del mese di Ramadan, che porti a un cessate il fuoco duraturo e sostenibile”, così come il ritorno in libertà immediato e senza condizioni degli ostaggi e un maggiore accesso degli aiuti umanitari a Gaza.… leggi tutto

Uscire fuori dal tunnel: una proposta per la pace

La Palestina è stata già un Mandato britannico, oggi per la Striscia di Gaza si può resuscitare una sorta di Mandato affidato alle Nazioni Unite.

Qualsiasi reazione alla catastrofe che stiamo vivendo non può che partire da una rivisitazione del discorso pubblico. Deve essere respinta come totalmente falsa la narrazione dominante di uno Stato democratico costretto a stroncare un terrorismo diabolico che minaccia la sua stessa esistenza. Per quanto le incursioni compiute da Hamas il 7 ottobre possano facilmente essere assunte nella categoria del terrorismo e ricadere nel catalogo dei crimini contro l’umanità, non si può ignorare il fatto che esiste un popolo oppresso e uno Stato oppressore.… leggi tutto

Gaza: non è difesa è genocidio

Se l’obiettivo perseguito è quello della guerra per distruggere Gaza, identificata come il male assoluto, la condotta di Israele, anche in senso tecnico-giuridico, rientra nel concetto di “genocidio” come definito dalla Convenzione Onu del 9 dicembre 1948 per la prevenzione e repressione del delitto di genocidio

Siamo entrati nella terza settimana di guerra e la tempesta di fuoco scagliata da Israele contro la Striscia di Gaza non accenna a diminuire, anzi si intensifica con l’ingresso di mezzi corazzati e truppe di terra. Non si riesce a comprendere quale disegno politico guidi la reazione di Israele al di là dello spirito di vendetta per i massacri subiti dalla sua popolazione il 7 ottobre. Certamente non aiuta a capirlo quanto affermato da Netanyahu nella sua prima conferenza stampa dall’inizio del conflitto.… leggi tutto

Se 2.300 (annegati) vi sembran pochi

Notificare un divieto di soccorso alla nave Mare Jonio non scalfirà minimamente i flussi di immigrati/rifugiati che sbarcano sulle nostre coste ma, prima o poi i fantasmi delle mamme e dei bimbi annegati usciranno dal mare e verranno a chiederci conto della nostra disumanità.

Non v’è dubbio che quest’anno sia in atto un massiccio incremento del flusso dei profughi che sbarcano sulle coste italiane, come dimostrano le vicende di Lampedusa dove in sole 24 ore sono sbarcati oltre cinquemila profughi, un numero superiore alla popolazione dell’isola. Al punto che la Meloni ha sentito il bisogno di trascinare a Lampedusa la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen per ottenere assicurazioni improbabili dall’Unione Europea e lanciare proclami tanto minacciosi quanto velleitari. Quello che è rimasto in ombra è che, in queste circostanze straordinarie si è sviluppato un enorme sforzo di solidarietà che ha visto coinvolte nelle operazioni di soccorso e di prima accoglienza tutte le forze dell’ordine, le associazioni di volontariato, i privati cittadini e la diocesi di Agrigento.… leggi tutto

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