La giornata della memoria…perduta!

Mentre l’UNICEF ci informa che 4,8 milioni di bambini ucraini sono stati costretti a lasciare le loro case, in Italia viene istituita la giornata della memoria per celebrare l’avventura del corpo di spedizione italiano in Russia al seguito della Germania nazista

Questa settimana l’UNICEF ci informa che dall’inizio della guerra quasi due terzi dei bambini ucraini (4,8 milioni su 7,5 milioni) sono stati sfollati: “Sono stati costretti a lasciarsi tutto alle spalle: le loro case, le loro scuole e spesso i loro familiari. I bambini non accompagnati sono esposti a maggiori rischi di violenza, abuso, sfruttamento e tratta. Anche le donne affrontano rischi di questo tipo”, Scrive Manuel Fontaine, Direttore Programmi dell’Unicef. Sempre i numeri dicono che da quando Putin ha dato avvio all’invasione dell’Ucraina, almeno 186 bambini sono stati uccisi dalle truppe russe e 344 feriti.… leggi tutto

Agli orrori della guerra non si risponde con la guerra

Di fronte ai massacri scoperti in questi giorni l’intervento di una giurisdizione internazionale è indispensabile per evitare che la reazione a questi orrori alimenti vendette o punizioni collettive. Ai crimini di guerra non si risponde con la guerra

“La guerra è un assassinio di massa, la più grande disgrazia della nostra cultura; […] garantire la pace mondiale dev’essere il nostro principale obiettivo politico, un obiettivo molto più importante della scelta tra democrazia e dittatura, o tra capitalismo e socialismo”.

Così si esprimeva Hans Kelsen nella prefazione al suo libro Peace Through Law, scritto nel 1944.

Le immagini e le notizie che ci giungono da Bucha, da Borodyanka, da Irpin, al di là dell’orrore, ci confermano ancora una volta la verità di questo assioma.… leggi tutto

Raddoppio spese militari: si può dire no!

La decisione dell’Italia di incrementare le spese militari fino a portarle al 2% del PIL (passando da 25 a 38 miliardi annui) non è un destino o un vincolo imposto da trattati internazionali. È una scelta. Coerente con l’atteggiamento di tutti i governi che si sono susseguiti in epoca repubblicana, abituati, in sede di Consiglio atlantico, a dire sempre e soltanto sì, anzi signorsì!

«Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!».

I versi del canto VI del Purgatorio di Dante Alighieri sono il commento più adeguato alla decisione di incrementare ulteriormente le spese militari fino a portarle al 2% del PIL (3,5% del bilancio dello Stato), preannunciata dal presidente del consiglio Draghi il 1° marzo e approvata dalla Camera con un ordine del giorno votato a stragrande maggioranza. Non è un impegno da poco, si tratta di passare dai circa 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno).… leggi tutto

Se la guerra annulla l’Europa

L’Europa ha bisogno che si ponga fine alla guerra in Ucraina. Gli Stati Uniti hanno interesse a che la guerra continui per isolare la Russia e mantenere l’Europa nella loro sfera d’influenza. La presenza di Biden al Consiglio europeo del 24-25 marzo è un segnale univoco della rinuncia dell’Europa, sempre più schiacciata sulla NATO, ad assumere una soggettività politica autonoma.

Siamo arrivati al trentesimo giorno di guerra. Ogni giorno che passa crescono la violenza, la disumanità, il dolore. Il conflitto si avvita su se stesso e semina giacimenti di odio che in futuro sarà molto difficile prosciugare. Adesso è sotto assedio anche una città splendida come Odessa che, in passato, ha avuto un rapporto strettissimo con l’Italia. Basti pensare che nel secolo diciannovesimo l’italiano era la seconda lingua ufficiale: non a caso la più famosa canzone napoletana di tutti i tempi, “O’ sole mio”, venne scritta da Eduardo di Capua nel 1898 proprio a Odessa.… leggi tutto

Rifiutare l’arte della guerra

Ormai siamo arrivati al ventitreesimo giorno di guerra e le indiscrezioni su un possibile accordo sono contraddette da dichiarazioni bellicose e dal fragore sordo delle bombe.

Forgeranno le loro spade in vomeri,/ le loro lance in falci;/ un popolo non alzerà più la spada/ contro un altro popolo/ non si eserciteranno più nell’arte della guerra.(Is. 2,1-5)

Dobbiamo aggrapparci alla profezia di Isaia per non abbandonare la speranza nell’avvento di quel tempo messianico in cui i popoli non si eserciteranno più nell’arte della guerra. Però non possiamo attendere fino alla fine dei giorni, abbiamo bisogno della pace subito.

Ormai siamo arrivati al ventitreesimo giorno di guerra e le indiscrezioni su un possibile accordo sono contraddette da dichiarazioni bellicose e dal fragore sordo delle bombe.… leggi tutto

Guardare al futuro per fermare il massacro

Non dobbiamo stancarci di chiedere il cessate il fuoco, però è evidente che non si potrà mai ristabilire la pace se non si pone mano alla soluzione dei nodi politici che hanno innescato la guerra. Ci vuole una visione del futuro.

Scenari. Il conflitto ucraino assume ora la veste di un scontro diretto Russia-Nato per interposta Ucraina come dimostra l’attacco contro la base militare di Yavoriv, a 25 km dal confine polacco

Siamo arrivati al ventesimo giorno di guerra d’aggressione all’Ucraina e ancora non sappiamo se e quando arriverà il cessate il fuoco. Quello che sappiamo è che ogni giorno, ogni ora di guerra semina fiumi di sangue e di lacrime, provoca morte, distruzioni e miseria. Col passare del tempo il conflitto diventa più feroce e rischia di espandersi.… leggi tutto

Sotto i cieli della guerra

Secondo Carl von Clausewitz, la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi. Questo è quello che ha inteso fare Putin, cercando di tagliare con la spada il nodo dei conflitti politici e d’interesse che lo dividono dall’Ucraina. Però questo assioma si può rovesciare nel suo contrario: la politica può essere la prosecuzione della guerra con altri mezzi.

Siamo arrivati al quindicesimo giorno di guerra e ancora non sappiamo se e quando arriverà il cessate il fuoco. Quello che è certo è che il linguaggio della guerra si fa sempre più duro e coinvolge l’opinione pubblica, i media e la cultura ancor più che i governi che da questa e dall’altra sponda dell’Atlantico reagiscono agli eventi. La reazione prevalente non è quella della condanna della Russia per aver sollevato l’ascia di guerra che la Carta dell’ONU voleva definitivamente sepolta, ma quella della partecipazione al conflitto, sia pure con mezzi diversi (per ora) dal ricorso alla violenza bellica.… leggi tutto

Per favore non indossate l’elmetto!

La politica ha indossato l’elmetto ed è scesa simbolicamente in guerra. Però questa settimana è stata superata un’ulteriore soglia, col passaggio dalle parole alle azioni di guerra con l’invio di armamenti letali all’Ucraina

Ecco gli elmi dei vinti

e quando un colpo

ce li ha sbalzati dalla testa

non fu allora la disfatta

fu quando obbedimmo

e li mettemmo in testa.

Questa poesia di Bertold Brecht è il miglior commento possibile al momento drammatico che stiamo vivendo in perfetta incoscienza.

Da quando è iniziata la tragedia della guerra il 24 febbraio, non è esploso soltanto un conflitto fondato sulla violenza delle armi, è dilagato in tutt’Europa lo spirito nefasto della guerra, si è materializzata l’immagine del nemico ed è iniziata una mobilitazione bellica della comunicazione, della cultura, delle coscienze.… leggi tutto

Fermare l’incendio con le armi della politica

Crisi ucraina. L’incubo di una nuova guerra in Europa si è materializzato nella notte fra il 23 e 24 febbraio. Gli spettri che si agitavano sull’Europa orientale hanno abbattuto il tabù della guerra e adesso le forze infernali liberate stanno realizzando la loro mietitura di distruzione e morte

L’incubo di una nuova guerra in Europa si è materializzato nella notte fra il 23 e 24 febbraio. Gli spettri che si agitavano sull’Europa orientale hanno abbattuto il tabù della guerra e adesso le forze infernali liberate stanno realizzando la loro mietitura di distruzione e morte. Noi siamo convinti che la guerra sia un male in sé stessa e che nessuna ragione politica può rendere questo male conveniente o giustificabile. Tanto più nel teatro dell’Ucraina dove l’esasperazione e la strumentalizzazione politica di opposti nazionalismi ha provocato già un conflitto doloroso che si è trascinato per otto anni senza soluzione.… leggi tutto

Cessate il fuoco!

Ogni giorno, ogni ora di guerra comportano sofferenze indicibili e rendono sempre più difficile la convivenza futura fra le popolazioni coinvolte nel conflitto. Per questo da ogni angolo d’Europa, da ogni quartiere, da ogni città, si deve levare concorde una sola voce: cessate il fuoco!

L’incubo di una nuova guerra in Europa si è materializzato nella notte fra il 23 e 24 febbraio. Gli spettri che si agitavano sull’Europa orientale hanno scoperchiato per l’ennesima volta quell’abisso che era stato chiuso dopo la seconda guerra mondiale con la promessa che le nazioni vincitrici avevano fatto all’umanità intera, attraverso la Carta dell’ONU, di risparmiare le future generazioni dal flagello della guerra. Adesso le forze infernali, sbarrate dal ripudio della guerra, sono ritornate in campo e stanno realizzando la loro mietitura di distruzione e morte.… leggi tutto

Facebook