La recente ordinanza delle Sezioni Unite della Cassazione, che ha accolto il ricorso di un profugo eritreo, stabilendo il suo diritto al risarcimento del danno non patrimoniale per essere stato illecitamente trattenuto sulla nave Diciotti nell’agosto del 2018, ha suscitato delle violente reazioni di rigetto da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, dei due vicepresidenti e del ministro della Giustizia. Meloni ha espresso “sfiducia” nei confronti della Cassazione poiché – a suo dire – decisioni simili non avvicinano i cittadini alle istituzioni, costringendo il governo a spendere malamente, per i migranti illegali,“i soldi dei cittadini che pagano le tasse”.… leggi tutto
Caso Diciotti: la posta in gioco
L’ordinanza delle Sezioni Unite ha rigorosamente perimetrato i confini dell’atto politico statuendo che: “L’azione del Governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la Costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati”.